- 19/12/2020
- Redazione
- 165m racconta il territorio
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Marmore e le Pietre della Memoria
Le pietre della memoria servono come pietre d'inciampo nelle vita quotidiana, per ricordarci chi siamo e per progettare chi saremo.
Nel territorio intorno alla Cascata ce ne sono diverse, pietre che restano a memoria di un territorio, di cui hanno contribuito a costruirne l'identità.
Di alcune di esse ne parliamo durante l'esperienza guidata "Marmore Segreta".
Fate questo viaggio con noi alla scoperta delle "pietre della memoria" di Marmore e dintorni e diteci se le conoscete, se ne sapete la storia e aiutateci a ricostruirla con approfondimenti e curiosità!
Il nostro viaggio comincia di fronte alla ex scuola elementare di Marmore: qui il nostro ricordo omaggia i caduti della prima guerra mondiale.
Pochi passi più avanti incontriamo un edificio dalle mille potenzialità e dalla lunga storia, la ex sede della Croce Rossa, al cui interno vi è una incisione su marmo che ricorda i tanti marmoresi che hanno contribuito, con 5 o 10 lire, alla realizzazione della ex Croce rossa.
Tanta storia è passata anche all'interno della Chiesa di Sant'Andrea.
Posta accanto alla struttura appartenente alla medioevale chiesa di Santa Gertrude (che chissà che non si trovi proprio sui resti della misteriosa abbazia di San Salvatore), la Chiesa è una costruzione piuttosto recente, ma al suo interno custodisce una lapide, che vedete in foto, in ricordo della campana realizzata per ricordare tutti i morti e i feriti sul lavoro. Sulla campana sono impresse le stesse parole dell'iscrizione (A Dio Ottimo Massimo in onore di San Giuseppe - il popolo di Dio della Comunità di Marmore, dedicò questa campana affinché fondendo la sua voce con quella delle laboriose officine e delle acque impetuose, lodi Dio, ricordi i morti, conforti i feriti del lavoro. La consacrò il Vescovo Mons. Santo QUadr. Anno 1979).
Pochi passi più avanti, proseguendo verso il centro di Marmore, troviamo la lapide marmorea con elementi in bronzo, qui posta nel 1954, a celebrazione del decennale dell'uccisione dei due partigiani Pietro Montesi (vecchio militare d'ideali e di libertà) e Domenico Faggetti (fiorente giovinezza assetata di giustizia sociale).
Prima di dirigerci verso il parco Campacci, facciamo una piccola sosta alla Stazione di Marmore, lì potrete assicurarvi che ci troviamo a 377.06 metri sul livello del mare.
Spostandoci verso il parco Campacci, proprio sul ponte regolatore, è posizionato il Monumento a Pio VI, in memoria del canale voluto dal Papa, che fu realizzato tra il 1787 e il 1793 sotto la guida dell'architetto Andrea Vici e che fu risolutivo per i diversi problemi creati nella Valnerina dalla caduta del Velino. La lapide che oggi vediamo sul ponte regolatore, fu collocata, nel 1819, dallo stesso Vici proprio sul canale scavato. Essa poi fu rimossa nel periodo napoleonico e trasferita misteriosamente dove si trova ora.
Entriamo ora nel parco Campacci, intitolato al campione del mondo di motociclismo Libero Liberati, al quale è dedicato il monumento posto nel 2012.
Il Cavaliere d'Acciaio, il Ternano Volante, Campione Italiano nel 1955 e 1956 e Campione del Mondo nel 1957, è ricordato anche in Valnerina, nel luogo dove perse la vita nel marzo del 1962.
Dirigendoci verso il tourist shop potremo omaggiare ancora Pietro Montesi: nel luogo dove fu assassinato la sera del 20 maggio 1944, sono poste due lastre commemorative, disposte in verticale, attaccate alla recinzione del sentiero 5.
Poco distante, due steli poste nel 2010, una a fianco dell'altra, di marmo bianco, poggiano su basamento in pietre e cemento, riportano i versi di Pietro Calamandrei.
Le due steli sono poste proprio davanti alla casa in cui Pietro Montesi abitava, oggi biglietteria della Cascata delle Marmore, su cui è posta una targa specifica.
A questo punto non si può non entrare nel parco della Cascata delle Marmore.
Nel nostro viaggio attraverso le lapidi commemorative, troviamo alla Specola l'iscrizione che ricorda l'anno in cui Pio VI volle realizzare il loggiato nel punto di osservazione preferito dai viaggiatori del Grand Tour.
Scendendo nella parte inferiore del parco, superando il Belvedere dedicato a Byron, si raggiunge il belvedere Torquato Secci. Una iscrizione lo ricorda e ricorda l'amore che ha sempre sentito per la propria terra. La Cascata delle Marmore è stata infatti la sua grande passione. Torquato Secci è stato fondatore e primo presidente dell'Associazione tra i familiari delle vittime della strage della stazione di Bologna del 2 agosto 1980, nella quale perse la vita suo figlio Sergio.
Del motivo per cui all'interno del parco sono nominati Byron e Gmelin ne parliamo in un altro post.
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